


Perché scegliere la formazione finanziata? 1) Formazione di qualità a costo zeroGrazie ai finanziamenti di Fondimpresa, le aziende aderenti possono accedere a corsi altamente qualificati senza alcun costo aggiuntivo. La formazione copre ambiti fondamentali come la sicurezza sul lavoro, lo sviluppo delle competenze professionali e l’aggiornamento normativo. 2) Aumento della competitività aziendaleInvestire nella formazione significa avere un team più preparato e consapevole, in grado di rispondere alle sfide del mercato con maggiore efficienza. Migliorare le competenze dei dipendenti permette di ottimizzare i processi interni e offrire un servizio di qualità superiore ai clienti. 3) Adesione semplice e gratuitaQualsiasi impresa può aderire a Fondimpresa gratuitamente, destinando lo 0,30% dei contributi INPS al fondo. Questo significa che l’azienda può usufruire di finanziamenti per la formazione continua senza costi aggiuntivi. Chi può accedere alla formazione gratuita? Tutte le imprese che aderiscono a Fondimpresa possono richiedere il finanziamento per la formazione dei propri dipendenti. Questo vale per supermercati, catene alberghiere, aziende della logistica e qualsiasi altra realtà che desideri migliorare le proprie competenze interne. Quali corsi si possono finanziare? La formazione finanziata tramite Fondimpresa è estremamente flessibile e può includere: Sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08 e aggiornamenti normativi) Aggiornamento professionale per migliorare l’efficienza operativa Formazione digitale e nuove tecnologie per stare al passo con l’innovazione Percorsi personalizzati in base alle esigenze specifiche dell’azienda Come richiedere il finanziamento? Il processo è semplice e rapido: basta presentare una richiesta online sul sito ufficiale di Fondimpresa e, una volta approvata, l’azienda potrà usufruire del finanziamento per i corsi di formazione. Non perdere questa occasione! Garantire un ambiente di lavoro sicuro e altamente qualificato non è mai stato così semplice. Contattaci oggi stesso per scoprire come accedere ai corsi di formazione gratuita grazie a Fondimpresa e porta la tua azienda a un livello superiore! 📩 Contattaci per maggiori informazioni!
Leggi tuttoManuale INAIL sul primo soccorso in caso di contatto con agenti chimici L’INAIL ha pubblicato un nuovo manuale che descrive le azioni da intraprendere in situazioni di emergenza legate al contatto con agenti chimici sul posto di lavoro. Il documento è pensato per essere un supporto pratico per datori di lavoro, addetti al primo soccorso aziendale e lavoratori, offrendo indicazioni utili per affrontare gli incidenti causati da esposizione accidentale a sostanze chimiche pericolose. Effetti sulla salute da esposizione a sostanze chimiche L’esposizione ad agenti chimici può causare effetti: Locali o sistemici (interessano una specifica area o l’intero organismo); Acuti o cronici (insorgono rapidamente o si sviluppano nel tempo). I fattori che influenzano gli effetti includono: L’organo bersaglio, La dose di esposizione, La durata e la frequenza dell’esposizione, La via di esposizione (inalazione, contatto, ingestione, ecc.). Dati sugli incidenti chimici: report Infor.Mo Secondo i dati di Infor.Mo (Sistema di sorveglianza sugli infortuni mortali e gravi, INAIL), tra il 2002 e il 2020 oltre l’80% degli incidenti con agenti chimici è stato causato da: Fuoriuscita o contatto con gas, fumi, aerosol e liquidi; Sviluppo di fiamme. I principali fattori di rischio identificati includono: Mancanza o uso scorretto dei dispositivi di protezione individuale (DPI); Formazione inadeguata dei lavoratori; Assenza di adeguata aerazione negli ambienti. In alcuni casi, si sono verificati infortuni a catena, dove il soccorritore, non protetto adeguatamente, ha subito lo stesso tipo di incidente. Principali scenari di infortunio con agenti chimici Gli incidenti causati dal contatto con agenti chimici possono manifestarsi in diversi modi: Incendio: con rischi di intossicazione da fumi e ustioni. Esplosione: che può provocare lesioni gravi come contusioni, ematomi o, nei casi più gravi, decessi. Intossicazione acuta: dovuta a inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo di sostanze chimiche. I sintomi variano in base al tipo di agente chimico. Prevenzione e protezione dagli agenti chimici Il manuale sottolinea l’importanza di adottare misure preventive e protettive, tra cui: Sostituire agenti e processi pericolosi con alternative più sicure; Progettare processi lavorativi sicuri per l’utilizzo, manipolazione, stoccaggio e smaltimento di sostanze chimiche; Applicare sistemi di protezione collettiva e utilizzare DPI adeguati; Implementare piani di emergenza specifici; Garantire vigilanza sulle procedure; Fornire informazione, formazione e addestramento ai lavoratori. Indicazioni di primo soccorso Il manuale INAIL include linee guida generali per il primo soccorso in caso di incidenti con: Agenti corrosivi, Idrocarburi, Gas irritanti e asfissianti, Pesticidi, Gas semiconduttori, Metalli pesanti. Fonte: INAIL
Leggi tuttoLa Legge 203/2024, pubblicata il 13 dicembre 2024, introduce una serie di modifiche significative al Decreto Legislativo 81/2008, con un focus particolare sulla sorveglianza sanitaria, la sicurezza sul lavoro e alcune normative operative che riguardano diversi aspetti del mondo del lavoro. Modifiche alla sorveglianza sanitaria e ai medici competentiUna delle principali novità riguarda la sorveglianza sanitaria, regolata dall'articolo 41 del Decreto 81/2008. La legge stabilisce nuovi dettagli sulle visite mediche, inclusa quella preventiva, che deve accertare l'assenza di controindicazioni per il lavoro specifico a cui il lavoratore è destinato. Viene inoltre precisato che la visita medica può essere richiesta dal lavoratore stesso, qualora ritenuta necessaria in relazione ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute. Un altro importante cambiamento riguarda la gestione dei medici competenti. È stato introdotto il comma 4-bis nell'articolo 38, che stabilisce che il Ministero della Salute verifichi periodicamente il mantenimento dei requisiti professionali per l'iscrizione all'elenco dei medici competenti. Inoltre, la legge prevede la revisione delle modalità di visita in caso di cambio di mansione o di assenza per malattia superiore ai 60 giorni. Se il medico competente ritiene che la visita non sia necessaria, è tenuto a rilasciare comunque un giudizio di idoneità alla mansione. Novità in materia di sicurezza nei luoghi di lavoroLa Legge 203/2024 interviene anche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, introducendo l'articolo 14-bis che obbliga il Ministro del Lavoro a fornire ogni anno, entro il 30 aprile, un resoconto alle Camere sullo stato della sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché sugli interventi da adottare per migliorarla. Questo resoconto include gli orientamenti e i programmi legislativi che il Governo intende seguire in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Un’altra modifica importante riguarda l’uso dei locali sotterranei e semisotterranei, che ora possono essere utilizzati solo se non si verificano emissioni di agenti nocivi, e a condizione che vengano rispettati i requisiti di aerazione, illuminazione e microclima. Il datore di lavoro dovrà comunicare l’utilizzo di tali locali all'Ispettorato Nazionale del Lavoro tramite posta elettronica certificata, allegando la documentazione che attesta il rispetto dei requisiti. L'uso sarà consentito trascorsi 30 giorni dalla comunicazione, salvo richieste di ulteriori informazioni da parte dell'Ispettorato. Aggiornamenti su lavoro agile, cassa integrazione e altri aspetti operativiLa Legge 203/2024 introduce anche novità in relazione al lavoro agile, alla cassa integrazione e ad altre pratiche operative. L'articolo 14 modifica il termine per le comunicazioni obbligatorie in materia di lavoro agile, che ora è esplicitamente fissato dalla legge. Inoltre, la legge abroga l’obbligo di fornire una tessera di riconoscimento per il personale nei cantieri edili, un obbligo che era già presente nel Decreto Legislativo 81/2008. Chiarimenti operativi dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL)L'Ispettorato Nazionale del Lavoro ha emesso la Nota prot. n. 9740 del 30 dicembre 2024, fornendo le prime indicazioni operative relative alle modifiche introdotte dalla Legge 203/2024. Tra i punti trattati, la Nota chiarisce la nuova disciplina riguardante la cassa integrazione, la somministrazione di lavoro e l’applicazione delle norme in caso di attività stagionali. L’Ispettorato ha anche previsto un aggiornamento delle modalità di accertamento della tossicodipendenza e dell’alcolismo, da definire attraverso un accordo in Conferenza Stato-Regioni. Modifiche alla Commissione per gli interpelliUn'altra novità riguarda l'articolo 12 della legge, che modifica la composizione della Commissione per gli interpelli istituita presso il Ministero del Lavoro. La nuova normativa stabilisce che la Commissione dovrà includere rappresentanti con profili giuridici provenienti da Ministeri e Regioni, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. In sintesi, la Legge 203/2024 apporta una serie di modifiche rilevanti al sistema normativo italiano in materia di lavoro, sicurezza sul lavoro e salute, con l’obiettivo di rendere più efficiente la gestione della sorveglianza sanitaria, migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro e semplificare alcune normative operative.
Leggi tuttoMigliorare la Sicurezza sul Lavoro con i Sistemi Digitali Intelligenti Le tecnologie digitali stanno rivoluzionando il mondo del lavoro, offrendo soluzioni innovative per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Dispositivi smart, esoscheletri, intelligenza artificiale, machine learning, IoT e realtà virtuale aumentata sono solo alcune delle tecnologie che stanno trasformando gli ambienti di lavoro in tutta Europa. Un documento dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (EU-OSHA) esplora l'impatto di queste innovazioni, fornendo una panoramica dettagliata delle opportunità e delle sfide per migliorare la prevenzione e il monitoraggio dei rischi. Tecnologie Intelligenti per la Sicurezza sul Lavoro I sistemi digitali intelligenti offrono strumenti avanzati per raccogliere e analizzare dati, identificare rischi e implementare misure preventive. Alcuni esempi includono: Sensori per gas pericolosi: rilevano sostanze dannose in tempo reale. Solette intelligenti: supportano i lavoratori isolati. Bracciali e fasce smart: monitorano postura, carichi di lavoro e condizioni ambientali. Realtà aumentata e assistita: agevolano audit remoti e valutazioni di sicurezza. Questi strumenti migliorano l'ergonomia, riducono i rischi e consentono interventi tempestivi, rendendo i luoghi di lavoro più sicuri. Dispositivi Proattivi e Reattivi: Differenze Chiave I nuovi sistemi digitali per la sicurezza sul lavoro si suddividono in: Dispositivi Proattivi: Prevedono rischi grazie ad AI e machine learning. Supportano la prevenzione continua, monitorando costantemente le condizioni. Promuovono un ambiente di lavoro più salubre e sicuro. Dispositivi Reattivi: Rispondono rapidamente a emergenze o incidenti. Automatizzano la segnalazione di infortuni. Facilitano le indagini post-incidente per migliorare la prevenzione futura. Questi approcci complementari aiutano a minimizzare i danni e a migliorare i processi di gestione della sicurezza. I Casi Studio Analizzati da EU-OSHA EU-OSHA ha realizzato nove casi studio per esaminare l'adozione pratica di questi sistemi innovativi. Ogni studio evidenzia i fattori chiave per il successo, come: Ostacoli nell'implementazione delle tecnologie. Opportunità offerte dai nuovi strumenti. Strategie per integrare i sistemi nei processi aziendali. Questi casi studio offrono spunti utili per adottare soluzioni digitali intelligenti in modo efficace e sicuro. Le Sfide dell'Innovazione Digitale L'adozione di tecnologie avanzate presenta anche alcune sfide, tra cui: Formazione adeguata per i lavoratori. Integrazione nei processi aziendali esistenti. Gestione dei dati raccolti, garantendo la privacy e il rispetto delle normative. Affrontare questi aspetti è essenziale per sfruttare appieno il potenziale dei sistemi digitali intelligenti. I sistemi digitali intelligenti rappresentano una rivoluzione nella prevenzione dei rischi sul lavoro. Grazie alla combinazione di tecnologie proattive e reattive, queste soluzioni migliorano la sicurezza, promuovono la salute e aumentano l'efficienza nei luoghi di lavoro. L'adozione di questi strumenti richiede un impegno condiviso da parte delle aziende e dei lavoratori, ma il risultato è un ambiente di lavoro più sicuro e tecnologicamente avanzato. Fonti: Smart digital systems for improving worker safety and health: overview of research and practices
Leggi tuttoCos'è il Rischio Industriale? Il rischio industriale si riferisce alla possibilità che determinati impianti produttivi o commerciali, a causa della presenza di grandi quantità di sostanze pericolose, possano dar luogo a incidenti di grande portata. Tali eventi possono includere emissioni nocive, incendi o esplosioni, con effetti devastanti per la salute umana, l’ambiente e il territorio circostante. Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) sono regolati da normative specifiche che mirano a prevenire tali eventi e a proteggere le persone e l’ambiente. Gli impianti coinvolti operano in settori come: Industrie chimiche (produzione e lavorazione di sostanze pericolose). Raffinerie e depositi petroliferi. Depositi di esplosivi e combustibili. Impianti di stoccaggio di gas di petrolio liquefatto (GPL). Normativa: La Direttiva Seveso e il D.Lgs 105/2015 Il quadro legislativo italiano si basa sulla Direttiva 2012/18/UE (nota come Direttiva Seveso), introdotta dopo il grave incidente industriale verificatosi a Seveso, in Lombardia, nel 1976. Questa normativa stabilisce misure preventive rigorose e procedure per la gestione degli incidenti industriali. In Italia, la direttiva è stata recepita con il D.Lgs 105/2015, che distingue gli stabilimenti RIR in due categorie: Soglia Inferiore: Impianti soggetti a obblighi di base (articoli 13 e 14). Soglia Superiore: Impianti con requisiti aggiuntivi, inclusa la redazione di un Rapporto di Sicurezza (articoli 13, 14 e 15). Le attività industriali a rischio sono censite nella banca dati nazionale gestita da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), disponibile per la consultazione pubblica. Obblighi per gli Stabilimenti RIR Gli impianti RIR devono rispettare obblighi specifici per garantire la sicurezza delle operazioni e prevenire incidenti. Tra i principali requisiti normativi troviamo: Politica di Prevenzione del Rischio di Incidente Rilevante: Un piano che definisce le misure per ridurre al minimo i pericoli. Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS-PIR): Un sistema organizzativo integrato, articolato in 8 punti fondamentali: Politica di prevenzione e integrazione con la gestione aziendale. Organizzazione interna e formazione del personale. Identificazione e valutazione dei pericoli rilevanti. Controllo operativo per ridurre il rischio. Gestione delle modifiche nei processi produttivi. Pianificazione delle emergenze. Monitoraggio e verifica delle prestazioni. Revisione e aggiornamento continuo del sistema. Notifica delle Sostanze Pericolose: Documento obbligatorio per descrivere i materiali trattati e i rischi associati. Rapporto di Sicurezza: Richiesto agli stabilimenti di soglia superiore, fornisce un'analisi dettagliata dei rischi, con valutazioni quantitative delle probabilità e delle conseguenze di eventuali incidenti. Controlli e Pianificazione per la Sicurezza Le autorità pubbliche, in collaborazione con organi tecnici e ispettivi, vigilano sul rispetto della normativa attraverso: Ispezioni periodiche (programmate e straordinarie) per verificare la conformità degli impianti. Supporto tecnico e istruttorie per la valutazione dei rischi. Piani di Emergenza Esterna (PEE), elaborati dalle Prefetture in collaborazione con i Comuni, che definiscono le misure di protezione per la popolazione in caso di incidente. Le ispezioni sono condotte da commissioni composte da esperti di enti come i Vigili del Fuoco, l’INAIL e le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale. Durante queste verifiche, viene controllata l’efficacia dei Sistemi di Gestione della Sicurezza e il livello di conformità agli standard normativi. In caso di irregolarità, possono essere richieste misure integrative per migliorare la sicurezza, che includono: Raccomandazioni per ottimizzare i processi gestionali. Prescrizioni per aggiornare gli impianti o i piani di emergenza. L'Importanza della Prevenzione nel Rischio Industriale La gestione del rischio negli stabilimenti RIR è fondamentale per garantire la sicurezza delle persone e la tutela dell'ambiente. Un approccio preventivo non solo riduce al minimo la possibilità di incidenti, ma promuove anche un miglioramento continuo dei processi di sicurezza e gestione aziendale. Questo approccio integrato consente di affrontare le sfide legate alla presenza di sostanze pericolose con maggiore efficacia, proteggendo al contempo le comunità locali e il territorio. Fonti: Direttiva Seveso (2012/18/UE) - Normativa europea sulla prevenzione degli incidenti industriali. D.Lgs 105/2015 - Legge italiana che recepisce la Direttiva Seveso. ISPRA - Banca dati nazionale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante.
Leggi tuttoChiarimenti sull’Interpello n. 5/2024: Come Designare il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha recentemente chiesto alla Commissione per gli Interpelli in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro di chiarire un punto fondamentale per le aziende italiane: come gestire la designazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) nelle organizzazioni con articolazioni territoriali diverse. La risposta, contenuta nell’Interpello n. 5/2024, offre indicazioni cruciali per applicare correttamente la normativa sulla sicurezza sul lavoro. Cosa Chiede l’Interpello n. 5/2024? L’interpello, avanzato ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 81/2008, pone due quesiti principali: Quanti RLS devono essere nominati? Il Ministero chiede se ogni articolazione territoriale debba designare un proprio RLS o se queste possano essere considerate un'unica entità aziendale. Chi può essere designato come RLS? In aziende con più di 15 lavoratori, si chiede se il rappresentante debba necessariamente appartenere alla Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) o se possa essere scelto anche tra lavoratori non membri. Quanti RLS Servono? La Risposta della Commissione La Commissione ha chiarito che il numero di RLS dipende dalla definizione di unità produttiva fornita dall’art. 2 del D.Lgs. 81/2008. Ogni struttura con autonomia finanziaria e tecnico-funzionale deve essere considerata come un’entità separata e nominare il proprio rappresentante. I criteri per il numero di RLS sono i seguenti: Fino a 200 lavoratori: 1 rappresentante. Da 201 a 1.000 lavoratori: 3 rappresentanti. Oltre 1.000 lavoratori: 6 rappresentanti. Questa distinzione garantisce una rappresentanza adeguata e proporzionata in base alla complessità organizzativa. Chi Può Essere Nominato RLS? La normativa prevede che il RLS sia eletto dai lavoratori all’interno delle rappresentanze sindacali aziendali, dove presenti. Tuttavia, in assenza di RSU, il rappresentante può essere designato direttamente dai lavoratori. La Commissione ha specificato che, pur essendo possibile nominare un membro della RSU, non è obbligatorio che il RLS appartenga a essa. Questo garantisce maggiore flessibilità, permettendo di scegliere il candidato più adatto, indipendentemente dalla sua affiliazione sindacale. Perché l’Interpello n. 5/2024 È Importante? Questo chiarimento rappresenta un passo avanti per garantire uniformità nell’applicazione della normativa sulla sicurezza. Le aziende possono ora gestire la designazione degli RLS in modo più strutturato, adattandosi meglio alle loro realtà organizzative. In contesti complessi, questa flessibilità consente di scegliere figure con competenze specifiche, migliorando così la tutela della sicurezza sul lavoro. Risorse e Approfondimenti Se vuoi approfondire l’argomento: Consulta il Decreto Legislativo 81/2008 per una panoramica completa delle normative sulla sicurezza. Scopri altri articoli utili sulla gestione degli RLS sul nostro sito.
Leggi tuttoIl nuovo accordo Stato-Regioni sulla formazione in ambito di salute e sicurezza sul lavoro, atteso a breve per l’approvazione, aggiorna le normative esistenti e stabilisce nuove regole per la durata, i contenuti minimi, le modalità di erogazione e le modalità di verifica finale dei corsi obbligatori. L’accordo introduce modifiche importanti per i datori di lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori, RSPP, ASPP, coordinatori per la sicurezza e per la formazione specifica in determinati settori, come quello degli spazi confinati o a rischio di inquinamento. Le nuove disposizioni puntano a migliorare la qualità della formazione e a garantire la sicurezza sul posto di lavoro. Formazione per i datori di lavoro: L’accordo stabilisce che i datori di lavoro dovranno seguire un corso obbligatorio di 16 ore, suddiviso tra moduli giuridici e organizzativi. Per i titolari di imprese edilizie, è previsto un modulo aggiuntivo di 6 ore, per un totale di 24 ore. Gli aggiornamenti obbligatori dovranno avvenire ogni 5 anni, con un minimo di 6 ore, e potranno essere svolti anche online. Se il datore di lavoro è anche RSPP, il corso base sarà integrato con moduli specifici in base al settore ATECO di appartenenza. Formazione per i preposti alla sicurezza: I preposti, oltre alla formazione generale per i lavoratori, dovranno completare un ulteriore modulo di 12 ore suddiviso in quattro aree tematiche, con aggiornamento biennale di almeno 6 ore. L'obiettivo è garantire che i preposti acquisiscano competenze pratiche, escludendo l’opzione e-learning, per favorire interazioni dirette. Formazione per i dirigenti: Per i dirigenti delle imprese edili, è previsto un corso di 12 ore, con un modulo aggiuntivo di 6 ore per il settore cantieri. L'aggiornamento sarà ogni 5 anni, con almeno 6 ore, e la formazione potrà essere anche in modalità e-learning, per una maggiore flessibilità. Formazione per RSPP e ASPP: I Responsabili e gli Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione dovranno completare una formazione strutturata su due moduli obbligatori da 28 ore e 48 ore, con un modulo aggiuntivo di 24 ore per il solo responsabile. Gli aggiornamenti sono obbligatori ogni 5 anni: 40 ore per i responsabili e 20 ore per gli addetti. Il modulo iniziale di 28 ore potrà essere svolto in modalità e-learning, mentre per gli altri moduli sarà necessaria la formazione in presenza. Formazione per coordinatori della sicurezza: I coordinatori per la sicurezza, sia in fase di progettazione che di esecuzione, dovranno seguire un corso intensivo di 120 ore. L'aggiornamento quinquennale prevede 40 ore, con la possibilità di svolgere il corso di aggiornamento in modalità e-learning, mentre la formazione iniziale può essere seguita online solo per il modulo giuridico. Formazione per i lavoratori: La formazione per i lavoratori si suddivide in due parti: 4 ore di formazione generale e da 4 a 12 ore di formazione specifica, in base al rischio del settore secondo il codice ATECO. Per i settori a basso rischio sono previste 4 ore, per quelli a rischio medio 8 ore, e per quelli a rischio alto 12 ore. Gli aggiornamenti sono obbligatori ogni 5 anni e devono avere una durata minima di 6 ore. Inoltre, sono richiesti aggiornamenti anche in caso di modifiche significative nei risultati della valutazione dei rischi. Requisiti dei formatori: L’accordo stabilisce anche i requisiti per i formatori, che devono avere almeno 3 anni di esperienza documentata nella formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro. Per i formatori nel settore degli ambienti confinati o a rischio di inquinamento, è necessaria anche un'esperienza pratica di almeno 3 anni. Sicurezza negli ambienti confinati: È stata introdotta una formazione specifica di 12 ore per i lavoratori, i datori di lavoro e i lavoratori autonomi che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati. La formazione include una sessione pratica obbligatoria di 8 ore e dovrà essere aggiornata ogni 5 anni, con una durata minima di 4 ore per la parte pratica. Non sono consentite modalità di formazione in videoconferenza o e-learning. Modalità di erogazione e organizzazione dei corsi: L'accordo prevede quattro modalità di erogazione della formazione: in presenza, in videoconferenza sincrona, in e-learning e in modalità mista. Ci sono nuove disposizioni organizzative, tra cui il numero massimo di 30 partecipanti per corso (eccetto per l’e-learning), il rapporto docente/discente non superiore a 1:6 per attività pratiche e l’obbligo di un registro di presenza, cartaceo o elettronico. È richiesta una frequenza minima del 90% per poter accedere alla verifica finale. Attestati e abilitazioni: Al termine dei corsi, ai partecipanti che abbiano frequentato almeno il 90% delle ore e superato la verifica finale, sarà rilasciato un attestato contenente dati sul corso, sui partecipanti e sulla modalità di erogazione. Gli attestati sono validi a livello nazionale. Abilitazione all’uso di nuove macchine operatrici: L’accordo prevede anche l’introduzione di obblighi formativi specifici per nuove macchine operatrici precedentemente non normate, come macchine agricole, caricatori per la movimentazione di materiali e carroponte. Per ognuna di queste attrezzature sono previsti corsi con una parte teorica e una pratica, per un totale che varia tra 4 e 8 ore. Periodo di transizione: L’accordo entrerà in vigore subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma è previsto un periodo transitorio di 12 mesi, durante il quale sarà possibile erogare i corsi secondo le norme precedenti, in attesa dell'applicazione integrale delle nuove disposizioni.
Leggi tuttoLa norma UNI ISO 45004:2024, recentemente pubblicata, offre linee guida per aiutare le organizzazioni a monitorare e valutare in modo sistematico le prestazioni relative alla salute e sicurezza sul lavoro (SSL). Questo nuovo standard, disponibile sul sito dell’Ente Italiano di Normazione, rappresenta un complemento importante per altre norme come la ISO 45001:2023, già ampiamente utilizzata nella gestione dei sistemi SSL. La norma è stata sviluppata da un team internazionale di esperti, con una significativa partecipazione italiana. Il lavoro è stato coordinato da Antonio Terracina, della Consulenza tecnica salute e sicurezza centrale (CTSS), e da Fabrizio Benedetti, presidente della Commissione Sicurezza UNI e coordinatore generale CTSS dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL). Obiettivi della norma L’UNI ISO 45004 è progettata per offrire strumenti pratici che permettano alle organizzazioni di: Monitorare e misurare le prestazioni in ambito salute e sicurezza. Analizzare e valutare i dati raccolti per individuare aree di miglioramento. Selezionare e utilizzare indicatori di performance (KPI) per promuovere un miglioramento continuo. Lo standard è flessibile e applicabile a tutte le organizzazioni, indipendentemente dal settore di attività, dalle dimensioni o dalla posizione geografica. Questo lo rende uno strumento estremamente utile per realtà aziendali di qualsiasi tipo. Supporto per diversi livelli organizzativi La norma sottolinea l'importanza di sviluppare un processo di valutazione delle prestazioni SSL che sia ben integrato con le attività aziendali e che possa operare su più livelli organizzativi. Vengono forniti consigli pratici per: Progettare e implementare il processo di valutazione. Evitare insidie comuni e rendere il sistema più efficace. Integrare il monitoraggio della sicurezza con le decisioni e le strategie aziendali. Il processo proposto può essere applicato a livello globale, coinvolgendo l’intera organizzazione, dalla direzione strategica alle singole funzioni operative, fino alla gestione dei rischi specifici per mansione o attività. Indicatori per rilevamento e prevenzione Una parte centrale della norma riguarda gli indicatori chiave di prestazione (KPI), suddivisi in due categorie: Indicatori reattivi, che rilevano carenze o problemi già manifestati all’interno del sistema di gestione. Indicatori predittivi, che consentono di individuare segnali di potenziali criticità e intraprendere azioni preventive per evitare infortuni o incidenti. Questa combinazione di strumenti reattivi e predittivi rappresenta un approccio proattivo alla sicurezza sul lavoro, fondamentale per migliorare l’efficacia del sistema di gestione e prevenire problemi prima che si verifichino.
Leggi tuttoNel periodo gennaio-settembre 2024 sono state registrate 433.002 denunce di infortunio, con un incremento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo aumento è dovuto esclusivamente agli incidenti verificatisi in itinere, ossia durante il tragitto casa-lavoro, mentre i casi di infortuni sul lavoro sono rimasti pressoché stabili. I casi mortali, invece, sono stati 776, con un incremento del 2% rispetto al 2023. Inoltre, sono aumentate in modo significativo le denunce di malattie professionali, che hanno raggiunto quota 65.333, segnando un aumento del 22% rispetto all'anno precedente. Questi dati sono stati pubblicati nella sezione "Open Data" del sito INAIL, dove è possibile consultare informazioni dettagliate sulle denunce di infortuni (comprese quelle mortali) e malattie professionali fino al mese di settembre. In questa sezione sono anche disponibili tabelle comparative tra i mesi (settembre 2023 vs settembre 2024) e tra i periodi annuali (gennaio-settembre 2023 vs gennaio-settembre 2024). È importante sottolineare che i dati pubblicati sono provvisori e potrebbero subire modifiche con la conclusione dell'iter amministrativo e sanitario relativo a ciascuna denuncia. Infortuni sul lavoroNel complesso, le denunce di infortunio nel 2024 sono aumentate dello 0,5% rispetto al 2023, ma si riscontra una diminuzione rispetto agli anni precedenti, in particolare rispetto al 2022 e al 2019, l'anno precedente la pandemia. Rispetto agli occupati, l'incidenza degli infortuni sul lavoro è scesa dell'11,1% dal 2019 al 2024. A settembre 2024, i casi di infortuni avvenuti in occasione di lavoro hanno mostrato una lieve diminuzione (-0,3%), mentre gli incidenti in itinere (durante il tragitto verso o da il luogo di lavoro) sono aumentati del 5,1%. Per quanto riguarda i settori, l'istruzione ha registrato il maggiore incremento nelle denunce (+46,9%), seguita dalla sanità e assistenza sociale (+25,1%) e dalla manutenzione e installazione di apparecchiature (+18,8%). Tra le altre categorie con un aumento significativo ci sono la fornitura di servizi legati all'acqua e alla gestione dei rifiuti (+16,2%), il noleggio e i servizi di supporto alle imprese (+14,8%), e le costruzioni (+11,6%). L'analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+2,3%), seguito dal Centro (+1,2%), Nord-Ovest (+0,6%) e Nord-Est (+0,1%). Il Sud ha registrato una riduzione nelle denunce (-0,7%). Tra le regioni con il maggiore incremento percentuale si segnalano le province autonome di Trento (+14,8%) e Bolzano (+4,5%), l’Umbria (+3,9%), la Sicilia (+3,1%) e la Calabria (+2,6%). D'altro canto, le regioni con i cali più evidenti sono la Basilicata (-5,4%), l’Abruzzo (-4,2%) e l’Emilia Romagna (-1,8%). A livello di genere, l’aumento nelle denunce è stato registrato principalmente tra le lavoratrici (+1,4%), con una crescita da 150.363 a 152.435 casi, mentre tra gli uomini il numero di denunce è rimasto stabile (280.466 a 280.567, +0,04%). L'incremento è stato particolarmente significativo tra i lavoratori extracomunitari (+5,5%), mentre si è registrato un calo tra gli italiani (-0,3%) e i comunitari (-4,7%). L'analisi per classi di età mostra aumenti tra i più giovani (under 15, +20,6%), che riflettono soprattutto l'incremento degli infortuni tra gli studenti, anche a causa dell'estensione dell'assicurazione INAIL alle scuole nel settembre 2023. Aumentano anche gli incidenti nelle fasce di età 20-29 anni (+1,7%) e 60-74 anni (+5,5%). Per contro, si osservano diminuzioni tra gli adolescenti (15-19 anni, -2,6%), tra i 30-59enni (-2,7%) e tra gli over 74 (-1,3%). Casi mortaliNel periodo gennaio-settembre 2024 sono stati denunciati 776 incidenti mortali sul lavoro, con un aumento di 15 casi rispetto allo stesso periodo del 2023. Nonostante l’aumento rispetto all’anno scorso, il numero di decessi è in calo rispetto agli anni precedenti, come nel 2021 (-134) e nel 2020 (-151). L’incidenza dei decessi sul totale degli occupati è scesa da 3,38 decessi per 100.000 occupati nel 2019 a 3,24 nel 2024 (-4,1%), ma è aumentata dello 0,9% rispetto al 2023 (da 3,21 a 3,24). A livello nazionale, si è verificata una riduzione dei casi mortali in occasione di lavoro, che sono passati da 593 a 567, mentre gli incidenti mortali in itinere sono aumentati da 168 a 209. Il settore che ha registrato il maggior numero di decessi è stato quello delle costruzioni, con 106 morti denunciati (rispetto ai 92 del 2023). Altri settori con un alto numero di decessi sono il comparto manifatturiero (71 casi), il trasporto e magazzinaggio (66 casi), e il commercio (39 casi). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, si segnala un aumento dei decessi nel Nord-Ovest (da 202 a 219), al Centro (da 138 a 151) e nelle Isole (da 66 a 79), mentre al Sud e nel Nord-Est si sono registrati dei cali. Tra le regioni con gli aumenti più significativi ci sono la Lombardia (+20), il Lazio (+17) e l’Emilia Romagna (+14), mentre per i cali maggiori si segnalano il Veneto (-19), la Campania (-13) e l’Abruzzo (-9). L’aumento nei decessi mortali riguarda principalmente i lavoratori maschi, con un aumento da 707 a 713 casi, ma anche le lavoratrici, i cui decessi sono passati da 54 a 63. A livello di nazionalità, le denunce mortali degli extracomunitari sono aumentate da 106 a 127, mentre quelle degli italiani sono diminuite da 618 a 605 e quelle dei comunitari sono passate da 37 a 44. L'analisi per classi di età evidenzia aumenti significativi tra gli over 45, con un incremento delle denunce tra i 45-54enni (+10,1%), i 55-59enni (+2,7%) e gli over 59 (+7,9%). Si sono invece registrate diminuzioni tra i 15-19enni (da 15 a 9), i 25-34enni (da 81 a 72), e i 40-44enni (da 69 a 55). Al 30 settembre 2024, sono state registrate sei denunce di incidenti plurimi, che hanno causato un totale di 23 decessi, sei dei quali stradali. Nel 2023, durante lo stesso periodo, le denunce di incidenti plurimi erano state 12, con 31 decessi, di cui 17 coinvolgevano mezzi di trasporto. Denunce di malattia professionaleLe denunce di malattia professionale nei primi nove mesi del 2024 sono state 65.333, con un aumento del 22% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo incremento è ancora più marcato rispetto agli anni precedenti: +48,7% rispetto al 2022, +61,4% rispetto al 2021, e +106,1% rispetto al 2020. Le patologie più comunemente denunciate sono quelle osteo-muscolari e del tessuto connettivo, seguite dalle malattie del sistema nervoso e dell’orecchio, dai tumori e dalle patologie respiratorie. I dati evidenziano un aumento delle malattie professionali soprattutto nel settore Industria e servizi (+22,2%), Agricoltura (+21,6%) e Conto Stato (+9%). A livello territoriale, gli incrementi sono stati più pronunciati nel Sud (+31,2%) e nelle Isole (+27%), mentre al Nord-Ovest e nel Nord-Est l’aumento è stato più contenuto (+14,9% e +13,5%, rispettivamente). Per quanto riguarda il genere, gli uomini hanno registrato un aumento di 8.947 denunce (da 39.372 a 48.319), mentre le donne hanno visto un incremento di 2.831 denunce (da 16.640 a 19.471). Gli stranieri hanno visto un incremento maggiore (+28,1%), con 12.309 malattie denunciate. A livello di età, i maggiori aumenti sono stati registrati tra gli over 60 (+25,9%) e i 50-59enni (+19,9%). ConclusioniIn generale, i dati mostrano una continua crescita delle denunce di infortuni e malattie professionali, con un'impennata delle malattie professionali, in particolare quelle muscolo-scheletriche e nervose. La flessione nella mortalità e la crescente attenzione ai rischi legati al lavoro da parte delle istituzioni suggeriscono che c'è una maggiore consapevolezza riguardo alla sicurezza sul lavoro, anche se permangono sfide significative, soprattutto in determinati settori e gruppi di lavoratori. Fonti: Inail
Leggi tuttoLa norma UNI 9994-1, recentemente aggiornata dalla Commissione Protezione Attiva contro gli Incendi, introduce modifiche significative per quanto riguarda il controllo iniziale e la manutenzione degli estintori antincendio. Questo aggiornamento mira a garantire una maggiore sicurezza e a migliorare l’efficienza delle apparecchiature utilizzate nella protezione contro gli incendi, stabilendo procedure tecniche che permettono di mantenere le prestazioni degli estintori nel tempo. Obiettivi della norma e ambito di applicazione La norma rivista, intitolata “Apparecchiature per estinzione incendi – Estintori di incendio – Parte 1: Controllo iniziale e manutenzione”, specifica le modalità operative per diverse fasi della gestione degli estintori, tra cui: Sorveglianza Controllo iniziale Controlli periodici Revisioni programmate Collaudi L’obiettivo principale è assicurare che gli estintori rimangano sempre in perfette condizioni di funzionamento attraverso un piano di manutenzione regolare e ben strutturato. Tuttavia, la norma non si occupa dell’installazione degli estintori, ma si concentra su ciò che accade successivamente, ossia sulla loro gestione e manutenzione. Responsabilità e manutenzione La responsabilità di organizzare e documentare le attività di manutenzione ricade sulla persona incaricata, che deve predisporre un programma dettagliato e conservare una registrazione accurata di tutte le ispezioni eseguite. È fondamentale seguire sia le indicazioni della norma che quelle fornite dal produttore degli estintori, per garantire che gli apparecchi restino efficaci nel tempo e che la protezione contro gli incendi sia mantenuta ai livelli stabiliti al momento dell’installazione. La manutenzione deve essere svolta da tecnici qualificati o da aziende specializzate, in possesso delle competenze e delle attrezzature necessarie per operare nel rispetto delle disposizioni normative. In alcuni casi, potrebbe essere necessario pianificare interventi straordinari, da valutare insieme a esperti, soprattutto in presenza di rischi particolari. Aggiornamenti principali della norma UNI 9994-1 del 2024 L'aggiornamento del 2024 introduce alcune importanti novità rispetto alla versione precedente. Tra queste spiccano: Classificazione degli estintori a base d'acqua: Viene ora fatta una distinzione tra estintori a pressione permanente e a pressione ausiliaria, in base alla presenza di acqua con o senza additivi (compresi quelli privi di fluoruri). Modifiche alle tempistiche di revisione e collaudo: Estintori a polvere: revisione ogni 5 anni (prima ogni 3 anni) e collaudo ogni 10 anni (invece di 12). Estintori a CO2: revisione ogni 5 anni e collaudo ogni 10 anni. Estintori a idrocarburi alogenati: revisione ogni 6 anni e collaudo ogni 10 anni. Estintori a base d’acqua a pressione permanente e ausiliaria: revisioni ogni 24, 48 o 60 mesi e collaudo a 72 o 120 mesi, in base ai materiali utilizzati. Revisione della terminologia e altre novità Tra le altre modifiche apportate dalla nuova norma, si evidenzia la revisione della terminologia, come la sostituzione del termine “prototipo omologato” con “prototipo autorizzato”. Inoltre, è stato introdotto il controllo del trattamento di plastificazione interna dei serbatoi degli estintori ad acqua a pressione permanente durante le fasi di manutenzione, per garantire un’efficienza maggiore e ridurre il rischio di malfunzionamenti. La procedura di manutenzione straordinaria è stata semplificata, mentre quella relativa al collaudo è rimasta invariata. Resta confermato il termine massimo di 18 anni per il ritiro degli estintori dal servizio attivo. Infine, la norma impone che i ricambi e gli agenti estinguenti siano conformi al prototipo certificato e che al termine delle operazioni venga consegnata al committente una copia del documento di manutenzione. Riferimenti normativi e conclusioni La norma UNI 9994-1 fa riferimento anche alla UNI EN 3-7, che definisce le caratteristiche e i requisiti di prestazione degli estintori portatili. Questo collegamento sottolinea l'importanza di mantenere elevati standard tecnici in tutte le fasi del ciclo di vita di un estintore, dalla produzione alla manutenzione periodica. In conclusione, l’aggiornamento della UNI 9994-1 rappresenta un miglioramento sostanziale nella gestione della manutenzione degli estintori. Le linee guida aggiornate, assieme alla collaborazione tra personale competente e l’attenzione alla documentazione tecnica, sono elementi chiave per garantire che gli estintori restino sempre efficaci e pronti a essere utilizzati in caso di emergenza.
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