Mettiamo a disposizione tutta la nostra esperienza per migliorare
la sicurezza delle aziende e soddisfare le esigenze dei dipendenti
in tema di salute, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro.
Supportiamo le aziende di qualsiasi settore produttivo, privato e pubblico,
nella gestione dei sistemi di qualità e sicurezza suggerendo le soluzioni più idonee,
in sintonia con l’evoluzione della complessa normativa vigente.
Un circuito di consulenti e strutture qualificate esperti e competenti.
Sistemi di monitoraggio
e protezione
sempre più efficaci.
Servizi mirati e diversificati
che sanno adattarsi
alle esigenze del cliente.
Gestione della Sorveglianza Sanitaria
direttamente in azienda, anche mediante
unità mobili attrezzate.
Dalla consulenza per la protezione
dai rischi aziendali all'assunzione dell'incarico
di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.
Progettazione ed esecuzione di corsi di formazione mirati per le singole figure professionali
Redazione del Manuale di Autocontrollo e verifica della corretta applicazione del Sistema HACCP.
Consulenza per la progettazione e l'implementazione di Sistemi di Gestione e modelli organizzativi.
Attraverso tre sedi operative e la propria Rete Partner, costituita da qualificate
strutture
ed accreditati consulenti, Medas Service è in grado di gestire ed erogare i propri servizi
sull’intero territorio nazionale garantendo un standard uniforme verso tutti i clienti.
Nel periodo gennaio-settembre 2024 sono state registrate 433.002 denunce di infortunio, con un incremento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo aumento è dovuto esclusivamente agli incidenti verificatisi in itinere, ossia durante il tragitto casa-lavoro, mentre i casi di infortuni sul lavoro sono rimasti pressoché stabili. I casi mortali, invece, sono stati 776, con un incremento del 2% rispetto al 2023. Inoltre, sono aumentate in modo significativo le denunce di malattie professionali, che hanno raggiunto quota 65.333, segnando un aumento del 22% rispetto all'anno precedente. Questi dati sono stati pubblicati nella sezione "Open Data" del sito INAIL, dove è possibile consultare informazioni dettagliate sulle denunce di infortuni (comprese quelle mortali) e malattie professionali fino al mese di settembre. In questa sezione sono anche disponibili tabelle comparative tra i mesi (settembre 2023 vs settembre 2024) e tra i periodi annuali (gennaio-settembre 2023 vs gennaio-settembre 2024). È importante sottolineare che i dati pubblicati sono provvisori e potrebbero subire modifiche con la conclusione dell'iter amministrativo e sanitario relativo a ciascuna denuncia. Infortuni sul lavoroNel complesso, le denunce di infortunio nel 2024 sono aumentate dello 0,5% rispetto al 2023, ma si riscontra una diminuzione rispetto agli anni precedenti, in particolare rispetto al 2022 e al 2019, l'anno precedente la pandemia. Rispetto agli occupati, l'incidenza degli infortuni sul lavoro è scesa dell'11,1% dal 2019 al 2024. A settembre 2024, i casi di infortuni avvenuti in occasione di lavoro hanno mostrato una lieve diminuzione (-0,3%), mentre gli incidenti in itinere (durante il tragitto verso o da il luogo di lavoro) sono aumentati del 5,1%. Per quanto riguarda i settori, l'istruzione ha registrato il maggiore incremento nelle denunce (+46,9%), seguita dalla sanità e assistenza sociale (+25,1%) e dalla manutenzione e installazione di apparecchiature (+18,8%). Tra le altre categorie con un aumento significativo ci sono la fornitura di servizi legati all'acqua e alla gestione dei rifiuti (+16,2%), il noleggio e i servizi di supporto alle imprese (+14,8%), e le costruzioni (+11,6%). L'analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+2,3%), seguito dal Centro (+1,2%), Nord-Ovest (+0,6%) e Nord-Est (+0,1%). Il Sud ha registrato una riduzione nelle denunce (-0,7%). Tra le regioni con il maggiore incremento percentuale si segnalano le province autonome di Trento (+14,8%) e Bolzano (+4,5%), l’Umbria (+3,9%), la Sicilia (+3,1%) e la Calabria (+2,6%). D'altro canto, le regioni con i cali più evidenti sono la Basilicata (-5,4%), l’Abruzzo (-4,2%) e l’Emilia Romagna (-1,8%). A livello di genere, l’aumento nelle denunce è stato registrato principalmente tra le lavoratrici (+1,4%), con una crescita da 150.363 a 152.435 casi, mentre tra gli uomini il numero di denunce è rimasto stabile (280.466 a 280.567, +0,04%). L'incremento è stato particolarmente significativo tra i lavoratori extracomunitari (+5,5%), mentre si è registrato un calo tra gli italiani (-0,3%) e i comunitari (-4,7%). L'analisi per classi di età mostra aumenti tra i più giovani (under 15, +20,6%), che riflettono soprattutto l'incremento degli infortuni tra gli studenti, anche a causa dell'estensione dell'assicurazione INAIL alle scuole nel settembre 2023. Aumentano anche gli incidenti nelle fasce di età 20-29 anni (+1,7%) e 60-74 anni (+5,5%). Per contro, si osservano diminuzioni tra gli adolescenti (15-19 anni, -2,6%), tra i 30-59enni (-2,7%) e tra gli over 74 (-1,3%). Casi mortaliNel periodo gennaio-settembre 2024 sono stati denunciati 776 incidenti mortali sul lavoro, con un aumento di 15 casi rispetto allo stesso periodo del 2023. Nonostante l’aumento rispetto all’anno scorso, il numero di decessi è in calo rispetto agli anni precedenti, come nel 2021 (-134) e nel 2020 (-151). L’incidenza dei decessi sul totale degli occupati è scesa da 3,38 decessi per 100.000 occupati nel 2019 a 3,24 nel 2024 (-4,1%), ma è aumentata dello 0,9% rispetto al 2023 (da 3,21 a 3,24). A livello nazionale, si è verificata una riduzione dei casi mortali in occasione di lavoro, che sono passati da 593 a 567, mentre gli incidenti mortali in itinere sono aumentati da 168 a 209. Il settore che ha registrato il maggior numero di decessi è stato quello delle costruzioni, con 106 morti denunciati (rispetto ai 92 del 2023). Altri settori con un alto numero di decessi sono il comparto manifatturiero (71 casi), il trasporto e magazzinaggio (66 casi), e il commercio (39 casi). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, si segnala un aumento dei decessi nel Nord-Ovest (da 202 a 219), al Centro (da 138 a 151) e nelle Isole (da 66 a 79), mentre al Sud e nel Nord-Est si sono registrati dei cali. Tra le regioni con gli aumenti più significativi ci sono la Lombardia (+20), il Lazio (+17) e l’Emilia Romagna (+14), mentre per i cali maggiori si segnalano il Veneto (-19), la Campania (-13) e l’Abruzzo (-9). L’aumento nei decessi mortali riguarda principalmente i lavoratori maschi, con un aumento da 707 a 713 casi, ma anche le lavoratrici, i cui decessi sono passati da 54 a 63. A livello di nazionalità, le denunce mortali degli extracomunitari sono aumentate da 106 a 127, mentre quelle degli italiani sono diminuite da 618 a 605 e quelle dei comunitari sono passate da 37 a 44. L'analisi per classi di età evidenzia aumenti significativi tra gli over 45, con un incremento delle denunce tra i 45-54enni (+10,1%), i 55-59enni (+2,7%) e gli over 59 (+7,9%). Si sono invece registrate diminuzioni tra i 15-19enni (da 15 a 9), i 25-34enni (da 81 a 72), e i 40-44enni (da 69 a 55). Al 30 settembre 2024, sono state registrate sei denunce di incidenti plurimi, che hanno causato un totale di 23 decessi, sei dei quali stradali. Nel 2023, durante lo stesso periodo, le denunce di incidenti plurimi erano state 12, con 31 decessi, di cui 17 coinvolgevano mezzi di trasporto. Denunce di malattia professionaleLe denunce di malattia professionale nei primi nove mesi del 2024 sono state 65.333, con un aumento del 22% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo incremento è ancora più marcato rispetto agli anni precedenti: +48,7% rispetto al 2022, +61,4% rispetto al 2021, e +106,1% rispetto al 2020. Le patologie più comunemente denunciate sono quelle osteo-muscolari e del tessuto connettivo, seguite dalle malattie del sistema nervoso e dell’orecchio, dai tumori e dalle patologie respiratorie. I dati evidenziano un aumento delle malattie professionali soprattutto nel settore Industria e servizi (+22,2%), Agricoltura (+21,6%) e Conto Stato (+9%). A livello territoriale, gli incrementi sono stati più pronunciati nel Sud (+31,2%) e nelle Isole (+27%), mentre al Nord-Ovest e nel Nord-Est l’aumento è stato più contenuto (+14,9% e +13,5%, rispettivamente). Per quanto riguarda il genere, gli uomini hanno registrato un aumento di 8.947 denunce (da 39.372 a 48.319), mentre le donne hanno visto un incremento di 2.831 denunce (da 16.640 a 19.471). Gli stranieri hanno visto un incremento maggiore (+28,1%), con 12.309 malattie denunciate. A livello di età, i maggiori aumenti sono stati registrati tra gli over 60 (+25,9%) e i 50-59enni (+19,9%). ConclusioniIn generale, i dati mostrano una continua crescita delle denunce di infortuni e malattie professionali, con un'impennata delle malattie professionali, in particolare quelle muscolo-scheletriche e nervose. La flessione nella mortalità e la crescente attenzione ai rischi legati al lavoro da parte delle istituzioni suggeriscono che c'è una maggiore consapevolezza riguardo alla sicurezza sul lavoro, anche se permangono sfide significative, soprattutto in determinati settori e gruppi di lavoratori. Fonti: Inail
Leggi tuttoLa norma UNI 9994-1, recentemente aggiornata dalla Commissione Protezione Attiva contro gli Incendi, introduce modifiche significative per quanto riguarda il controllo iniziale e la manutenzione degli estintori antincendio. Questo aggiornamento mira a garantire una maggiore sicurezza e a migliorare l’efficienza delle apparecchiature utilizzate nella protezione contro gli incendi, stabilendo procedure tecniche che permettono di mantenere le prestazioni degli estintori nel tempo. Obiettivi della norma e ambito di applicazione La norma rivista, intitolata “Apparecchiature per estinzione incendi – Estintori di incendio – Parte 1: Controllo iniziale e manutenzione”, specifica le modalità operative per diverse fasi della gestione degli estintori, tra cui: Sorveglianza Controllo iniziale Controlli periodici Revisioni programmate Collaudi L’obiettivo principale è assicurare che gli estintori rimangano sempre in perfette condizioni di funzionamento attraverso un piano di manutenzione regolare e ben strutturato. Tuttavia, la norma non si occupa dell’installazione degli estintori, ma si concentra su ciò che accade successivamente, ossia sulla loro gestione e manutenzione. Responsabilità e manutenzione La responsabilità di organizzare e documentare le attività di manutenzione ricade sulla persona incaricata, che deve predisporre un programma dettagliato e conservare una registrazione accurata di tutte le ispezioni eseguite. È fondamentale seguire sia le indicazioni della norma che quelle fornite dal produttore degli estintori, per garantire che gli apparecchi restino efficaci nel tempo e che la protezione contro gli incendi sia mantenuta ai livelli stabiliti al momento dell’installazione. La manutenzione deve essere svolta da tecnici qualificati o da aziende specializzate, in possesso delle competenze e delle attrezzature necessarie per operare nel rispetto delle disposizioni normative. In alcuni casi, potrebbe essere necessario pianificare interventi straordinari, da valutare insieme a esperti, soprattutto in presenza di rischi particolari. Aggiornamenti principali della norma UNI 9994-1 del 2024 L'aggiornamento del 2024 introduce alcune importanti novità rispetto alla versione precedente. Tra queste spiccano: Classificazione degli estintori a base d'acqua: Viene ora fatta una distinzione tra estintori a pressione permanente e a pressione ausiliaria, in base alla presenza di acqua con o senza additivi (compresi quelli privi di fluoruri). Modifiche alle tempistiche di revisione e collaudo: Estintori a polvere: revisione ogni 5 anni (prima ogni 3 anni) e collaudo ogni 10 anni (invece di 12). Estintori a CO2: revisione ogni 5 anni e collaudo ogni 10 anni. Estintori a idrocarburi alogenati: revisione ogni 6 anni e collaudo ogni 10 anni. Estintori a base d’acqua a pressione permanente e ausiliaria: revisioni ogni 24, 48 o 60 mesi e collaudo a 72 o 120 mesi, in base ai materiali utilizzati. Revisione della terminologia e altre novità Tra le altre modifiche apportate dalla nuova norma, si evidenzia la revisione della terminologia, come la sostituzione del termine “prototipo omologato” con “prototipo autorizzato”. Inoltre, è stato introdotto il controllo del trattamento di plastificazione interna dei serbatoi degli estintori ad acqua a pressione permanente durante le fasi di manutenzione, per garantire un’efficienza maggiore e ridurre il rischio di malfunzionamenti. La procedura di manutenzione straordinaria è stata semplificata, mentre quella relativa al collaudo è rimasta invariata. Resta confermato il termine massimo di 18 anni per il ritiro degli estintori dal servizio attivo. Infine, la norma impone che i ricambi e gli agenti estinguenti siano conformi al prototipo certificato e che al termine delle operazioni venga consegnata al committente una copia del documento di manutenzione. Riferimenti normativi e conclusioni La norma UNI 9994-1 fa riferimento anche alla UNI EN 3-7, che definisce le caratteristiche e i requisiti di prestazione degli estintori portatili. Questo collegamento sottolinea l'importanza di mantenere elevati standard tecnici in tutte le fasi del ciclo di vita di un estintore, dalla produzione alla manutenzione periodica. In conclusione, l’aggiornamento della UNI 9994-1 rappresenta un miglioramento sostanziale nella gestione della manutenzione degli estintori. Le linee guida aggiornate, assieme alla collaborazione tra personale competente e l’attenzione alla documentazione tecnica, sono elementi chiave per garantire che gli estintori restino sempre efficaci e pronti a essere utilizzati in caso di emergenza.
Leggi tuttoUn recente documento dell'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) affronta il tema della gestione della sicurezza e del benessere nei contesti di lavoro remoto e ibrido. Il rapporto mette in luce sia i benefici che i rischi legati a queste modalità lavorative, ponendo particolare attenzione alle problematiche degli spazi di lavoro virtuali. Negli ultimi anni, l'EU-OSHA ha lanciato la campagna "Lavoro sano e sicuro nell'era digitale", mirata a sensibilizzare il pubblico sulle conseguenze dell'adozione delle tecnologie digitali sul posto di lavoro. Uno degli ambiti di intervento prioritari è proprio il lavoro da remoto e il modello ibrido, con l’obiettivo di promuovere politiche uniformi tra i Paesi membri dell'UE, accurate valutazioni dei rischi e l'implementazione di misure preventive per tutelare i lavoratori anche al di fuori degli uffici tradizionali. Il documento, intitolato "Remote and hybrid work: managing safety and health anywhere" (Lavoro remoto e ibrido: gestire la sicurezza e la salute ovunque), esplora diversi aspetti, tra cui le differenze tra telelavoro e lavoro ibrido, i vantaggi e le criticità per la salute e la sicurezza, e le peculiarità degli ambienti di lavoro virtuali. Telelavoro e lavoro ibrido: differenze e aspetti fondamentali Le tecnologie digitali hanno reso possibile lavorare a distanza per una parte o la totalità del tempo lavorativo, fuori dai locali del datore di lavoro. Quando tale lavoro si svolge da casa, parliamo generalmente di telelavoro. Durante la pandemia di COVID-19, il telelavoro ha visto una crescita significativa, mentre il lavoro ibrido, che combina il lavoro da remoto con la presenza in ufficio, è diventato particolarmente popolare dopo la fase emergenziale. Il documento evidenzia alcuni punti chiave, tra cui: Nonostante i vantaggi, il lavoro a distanza può avere ripercussioni negative sulla salute dei lavoratori a causa del costante uso delle tecnologie digitali. È essenziale identificare e gestire i rischi per la salute e sicurezza sul lavoro (SSL) associati a queste nuove modalità lavorative. Una chiara politica aziendale, combinata con adeguata formazione per dipendenti e dirigenti, è fondamentale per garantire condizioni di lavoro sicure e salutari. Lavoro remoto e ibrido: benefici e rischi per la salute e sicurezza Il lavoro a distanza offre diversi vantaggi: riduce il tempo e lo stress legato al pendolarismo, favorisce un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata e può aumentare produttività e concentrazione. Tuttavia, presenta anche dei rischi, come un aumento della sedentarietà, prolungate ore di lavoro, pressione temporale e isolamento sociale. Questi fattori possono aggravare disturbi muscoloscheletrici (dolori a collo, polsi e dita) e problemi legati all’affaticamento visivo causato da una scorretta illuminazione o dalla prolungata esposizione agli schermi. Inoltre, i lavoratori, soprattutto coloro con responsabilità di cura domestica, possono riscontrare difficoltà maggiori. L’esposizione continua alle tecnologie digitali, senza pause adeguate, può portare a fenomeni di "tecnostress", ansia e stanchezza legati all'adattamento a strumenti in continua evoluzione. Questo contesto facilita anche il cosiddetto "presenzialismo digitale", ossia la tendenza a lavorare anche quando non si è in condizioni di salute ottimali, evitando di prendersi giorni di malattia. Ambienti di lavoro virtuali: problematiche e rischi Il lavoro remoto e ibrido crea spazi di lavoro virtuali dove i dipendenti interagiscono attraverso piattaforme digitali. Tuttavia, questi ambienti non sono esenti da pericoli, come il rischio di cyberbullismo o attacchi informatici, che possono colpire soprattutto chi non ha ricevuto una formazione adeguata sull’uso sicuro degli strumenti digitali. Inoltre, fenomeni come phishing e truffe informatiche possono aumentare il livello di stress dei lavoratori, con conseguenze sulla loro salute mentale. Il documento dell’Agenzia EU-OSHA approfondisce molti altri aspetti, tra cui: Rischi specifici legati al lavoro ibrido La necessità di valutare i rischi nei luoghi di lavoro remoti Come assicurare che il lavoro remoto e ibrido avvenga in sicurezza Nel documento, inoltre, vengono suggerite diverse soluzioni per tutelare i lavoratori nel contesto del lavoro remoto e ibrido: Identificazione e gestione dei rischi: È fondamentale identificare e affrontare i rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro (SSL) associati alle nuove modalità lavorative. Ciò implica una valutazione accurata delle situazioni di lavoro per prevenire possibili problematiche. Politiche aziendali chiare: Implementare una chiara politica aziendale che stabilisca disposizioni specifiche per il lavoro remoto e ibrido è essenziale. Questo aiuta a definire diritti e doveri sia dei lavoratori che dei datori di lavoro. Formazione adeguata: Fornire una formazione adeguata ai dipendenti e ai dirigenti è cruciale. Questo garantisce che tutti siano informati sulle pratiche sicure nell'utilizzo delle tecnologie digitali e sulle modalità di gestione del lavoro remoto. Misure preventive: L'implementazione di misure preventive, come pause regolari e buone pratiche ergonomiche, può contribuire a ridurre i disturbi muscoloscheletrici e migliorare il benessere generale dei lavoratori. Supporto per l'equilibrio lavoro-vita: Favorire un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata è un aspetto importante, riducendo lo stress e aumentando la produttività. Monitoraggio della salute mentale: Affrontare i rischi psicosociali, come il tecnostress e l'isolamento, attraverso politiche di supporto e programmi di benessere per i dipendenti può migliorare la salute mentale dei lavoratori. Formazione sulla sicurezza informatica: Fornire formazione specifica sull'uso sicuro degli strumenti digitali per prevenire il cyberbullismo e gli attacchi informatici, riducendo così il livello di stress associato a questi pericoli. Queste soluzioni mirano a creare un ambiente di lavoro remoto e ibrido più sicuro e sano, proteggendo il benessere dei lavoratori. Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il documento completo: “Remote and hybrid work: managing safety and health anywhere”, pubblicato nell’ambito della campagna 2024 "Lavoro sano e sicuro nell'era digitale".
Leggi tutto